E’ stato presentato in aula consiliare il libro “La Repubblica di Arlecchino” del giornalista Mario Landolfi. Un titolo eloquente per un libro che analizza la governance italiana, in una lotta tra governo centrale e regionalismo che tenta quasi di indebolire lo Stato. Una riforma del Titolo V della Costituzione che ha riguardato le regioni e la propria autonomia decisionale.
L’incontro è stato promosso dall’associazione Sciarpa bianca presieduta da Maria Rosaria Cusumano. Sono intervenuti il sindaco Pippo Midili, che ha dialogato con l’autore insieme all’avvocato Domenico Nania. A moderare l’incontro la giornalista Alessandra Formica.
Un dibattito che ha messo in evidenza tutte le perplessità sulla reale tenuta dei governi succedutisi in Italia, in un sistema che consente alle regioni una autogestione pericolosa. E l’evidenza di quanto sia debole lo Stato si è resa evidente con la pandemia, una gestione della stessa a cui l’Italia, come ha detto Landolfi “non è arrivata preparata, contrariamente a quanto Conte dichiarava alla stampa”.
“Ci siamo accorti in ritardo di quello che stava succedendo con la riforma del Titolo V della Costituzione, quando ormai ben poco poteva essere fatto, ha aggiunto il Sindaco Midili dicendosi preoccupato da questo tipo di riforma”.
Nania ha invece sottolineato come gli stessi siciliani abbiano bocciato il referendum sulle autonomie differenziate, senza rendersi conto di cosa andassero a votare. In tutto questo ha avuto un ruolo determinante anche una comunicazione difettosa, che tende a nascondere i punti cardine di una legge “manovrando” a proprio favore le notizie da far passare rispetto ad altre. “E mentre tutti vanno avanti l’Italia si dimena in un ginepraio di leggi ed un’autonomia che alcune regioni reclamano sempre maggiore, ma che rappresenterebbe la morte per altre regioni, sottomesse alle più forti e quindi destinate a vivere del proprio orticello”.