Preliminari del consiglio comunali dedicati a quanto accaduto sabato sera in città con intervento introduttivo della consigliera Fabiana Bambaci che ha manifestato solidarietà ai numerosi cittadini colpiti dalla calamità, subendo ingenti danni. Ad associarsi alla stessa, il presidente di seduta, Mario Sindoni, che ha espresso solidarietà a nome delle varie componenti politiche ai danneggiati, auspicando aiuti dallo Stato. Che sono state ore di grande preoccupazione e comprensibile timore per gli eccessivi eventi alluvionali l’ha evidenziato Antonio Foti, indirizzando ringrazianti per tutti coloro che si sono prodigati nelle operazioni di aiuto e collaborazione, a fronte di un fenomeno di dissesto idrogeologico che ha interessato il territorio per la terza volta in un breve arco di tempo. Riferendosi ad una progettazione ferma a Palermo da più di un anno il consigliere ha ravvisato la necessità di invitare la deputazione a farsene carico ed a sollecitare interventi per un territorio che è fragilissimo. Quindi la proposta di affrontare il problema in sede di una conferenza di capigruppo finalizzata alla salvaguardia del territorio ed invito a presentare poi in aula la quantificazione dei danni.
Il presidente Sindoni ha riferito dell’intervento del Prefetto e dell’azione svolta dall’amministrazione per fronteggiare la calamità, preannunciando un consiglio straordinario con la presenza di esponenti politici regionali.
Posizione opposta invece da parte degli esponenti dell’opposizione.
Il consigliere Giuseppe Crisafulli a seguito dell’esperienza personale che aveva fatta a diretto contato con gli uffici, si è dissociato dai ringraziamenti e ha denunciato inefficienza nella pulizia di tombini e caditoie, anche in presenza di risorse disponibili. “Non per fare politica –ha precisato-, ma, rappresentata la situazione al sindaco devo dire che le assicurazioni ricevute non hanno avuto riscontro alla prova dei fatti”.
Nei dettagli della sua esposizione ha citato uffici e funzionari, avanzando perplessità sul funzionamento del coordinamento nell’effettuazione degli interventi, per cui ha concluso col dire che per lui, “contrariamente a quanto detto dagli altri consiglieri, non è vero che tutto è andato bene”.
Il consigliere Damiano Maisano, lamentando mancate risposte ai suoi interventi in tema fatti nel tempo, si è soffermato sulla parte del capitolato d’appalto riguardante prescrizioni per la pulizia di caditoie e tombini, deducendo che non è stato fatto quanto veniva prescritto, e che non gli risultava siano stati mossi addebiti e contestazioni alla ditta appaltatrice del servizio. Proseguendo, ha lanciato critiche per mancati interventi, in via preventiva, da parte della protezione civile, augurandosi che in futuro svolga i compiti di competenza, allertando per prima il sindaco, nei cui confronti ritiene invece che non ci siano critiche da fare.
Con un suo intervento ha riferito pure delle criticità registratesi al pronto soccorso dell’ospedale, dove alcuni interventi in codice rosso l’hanno messo letteralmente in crisi. Per questo Maisano, riferendosi a un consiglio lasciato aperto sulla problematiche ospedaliere, ha chiesto di riprendere i lavori in altra seduta con l’intervento del direttore sanitario, del responsabile del pronto soccorso e della capo sala.
Pur considerando l’eccezionalità del nubifragio, Lorenzo Italiano ha sostenuto che interventi preventivi sono stati carenti. Poi, come gruppo di opposizione, ha segnalato che ogni qualvolta piove si registra la mancata regimentazione deflusso acque nella zona del porto, per cui l’Autorità Portuale deve essere responsabilizzata e chiamata a occuparsene da subito. Lamenta poi l’assenza del dirigente dei lavori pubblici in aula, dove si discute dell’evento calamitoso che si è registrato e dei danni che ne sono conseguiti. Con richiesta della convocazione del rappresentante dell’Autorità Portuale in un consiglio aperto, Italiano ha ritenuto indispensabile sollecitare interventi atti ad evitare ulteriori disastri a un passo dal porto dove sono state costruite nel tempo barriere che impediscono il deflusso delle acque verso il mare.
Aggiungendo solidarietà per coloro che hanno subito danni nello sciagurato e tragico evento, da Antonino Italiano l’invito ad attivarsi perché in futuro, nell’eventualità, si possa arrivare più preparati nell’affrontarli, considerando il problema strutturale e fatto meramente marginale quello dei tombini.
Infine Alessio Andaloro ha parlato di città violentata, territorialmente, negli anni 60-70-80, quando ci sono stati interventi che hanno chiuso le “saie” che consentivano lo scolo a mare delle acque meteoriche che provenivano dalle campagne della piana. Ci sono 5 mila caditoie –ha concluso- e l’aula desidera sapere quante ne sono state pulite alla data dell’evento alluvionale.